LA STORIA: ENZO, INFERMIERE “IN APPALTO”

Mi chiamo Enzo e sono un infermiere dal 2013 e svolgo la mia professione dal momento della mia laurea sul territorio di Modena.
Purtroppo mi sono ritrovato di fronte ad una realtà professionale che ben sottolinea il mondo del lavoro frammentario che allo stesso tempo costringe in situazioni poco stabili e poco consone al mestiere complesso e delicato, qual è l’infermiere, infierendo proprio sulla precarietà che purtroppo vivono attualmente i giovani come me.
Ho svolto il mio lavoro come dipendente di una cooperativa appaltata ad una residenza per anziani e i problemi legati ai pagamenti, le inadempienze contrattuali, le condizioni lavorative e la poca comunicazione si sono mostrate sempre un ostacolo non indifferente che ha creato dei disagi.
Il sindacato CGIL e il rappresentante del mio settore, si sono mostrati da subito competenti e chiarificatori di situazioni che si protraevano nel tempo.
La sfida del nostro rappresentante sindacale è stata quella di creare un canale di comunicazione fra le parti cercando di condividere insieme all’azienda i vantaggi previsti sia per la nostra stabilità professionale sia a favore di chi gestisce la cooperativa.
Purtroppo nel 2017 tutto è passato in secondo piano e la cooperativa ha iniziato ad allontanare i lavoratori iscritti, a ridurre i miglioramenti legati ai nostri diritti attraverso comportamenti di scontro costituiti da pressioni psicologiche creando ulteriore confusione e disagi ai lavoratori, andando a sfruttare il continuo stato di crisi economico-lavorativa.
Chi non ha la possibilità di avere un’altra soluzione lavorativa, come me o i miei colleghi, diventa vittima di “un sistema malato” costituito da dinamiche deleterie per chi svolge un lavoro delicato come il mio.
Credevo fermamente nel bisogno/necessità di riconoscermi in una professione con le annesse responsabilità, ma di fronte al rifiuto iniziale di possibili soluzioni alternative del datore di lavoro si sono formate in me sensazioni di sconforto per una lotta che ho creduto fosse già persa in partenza.
Ma la professionalità e la tenacia di chi ci ha rappresentato in CGIL, ha creato in me forza e voglia di continuare a lottare per i nostri diritti. La costanza e la conoscenza nel gestire la situazione molto delicata hanno portato a risultati più che soddisfacenti.
L’unione dei lavoratori insieme alla CGIL riporta la speranza, l’idea che insieme si può migliorare, che si possono riprendere quei valori che ormai si sono persi.
Colgo l’occasione per ringraziare Mohcine e Giada per la loro professionalità, per l’ascolto nei momenti di cedimento e per aver messo a completa disposizione il loro bagaglio di conoscenza in questa lotta.